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Come evolvono gli autori al tempo dei social network

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Quando ho iniziato a scrivere sui blog, il mantra era “content is the king”, successivamente il web si è evoluto attraversando diverse fasi importanti, l’ultima delle quali ha visto la content curation come focus per chi si occupa di news e informazione online.

Quello che è emerso da questa età del web è l’importanza del senso di condivisione che attraversa orizzontalmente tutti i blog. Il punto di vista è stato alla base di questi spazi, prima ancora della frontiera di Business.
La diatriba iniziale tra giornalismo e blogging si è quasi del tutto esaurita in questa fase, in cui ogni singolo autore acquista credibilità sia grazie all’audience che si crea, sia grazie alle fonti che utilizza.

Un circolo che potrebbe risultare vizioso a chi non conosce la blogosfera: possiamo infatti pensare ad un ping pong continuo delle stesse opinioni e delle medesime analisi,  ma perché questo non avviene?

Sintesi o approfondimento

Il momento caldo dei social network ha condotto molti di noi verso la strada della sintesi e della rinuncia ad un’informazione esaustiva. Se non possiamo essere in due posti contemporaneamente figuriamoci nell’intero mondo social, fatto di tempistiche ben precise e di correnti continue. Cavalcare le mode della rete può diventare fonte di ansie, oltre che non essere espressamente utile in termini di prodotto di qualità.

Ecco perché allora ci si è naturalmente spinti verso le frontiere dell’approfondimento. Se ne parlava qualche anno fà di come sul web nascano gli esperti e gli specialisti. Un’opinione non deve necessariamente essere esaustiva, ma se si sposa a sufficienza con l’attuale stream, ha l’occasione per diventare un punto d’incontro per le diverse realtà del web.

L’approfondimento passa dall’ambito tecnico, come su questo blog. La proposta di strumenti provati sul campo e sezionati nei loro aspetti positivi e negativi, rende articoli validi per molto più tempo. Tralasciando per un momento gli aspetti legati al Marketing o al SEO, le risorse offerte risultano molto più interessanti per i lettori che possono raggiungerle con i loro tempi.

L’analisi dettagliata, risulta quindi un modo per deviare la linea generale della pubblicazione in rete e farla nostra con i tempi umani, che nulla hanno a che fare con la velocità del web.

Questo si sposa solo in parte con il lato bruciante dei blog personali. Una semplice frase su Twitter può scatenare una reazione continua tra le pagine personali dei diversi autori. Là dove 140 caratteri non bastano, diventa immediato pensare ad un pensiero più profondo. La sola scelta dell’autore di cambiare mezzo, di rispondere allo spunto con il ragionamento, cambia radicalmente l’efficacia di un messaggio.

Senza scomodare i teorici ci accorgiamo di come la rete contrapponga al momento fasi battutistiche, realtà brucianti come quella del microblogging, a lenti di ingrandimento su specifici argomenti, talvolta ispirati dalle fasi sopracitate. E’ questa alternanza a produrre l’approfondimento di cui voglio parlare, perché la scelta di personalità diverse, mette di fronte, diversi strumenti di comunicazione.

Ecco quindi come sta evolvendo il mondo della pubblicazione online. E dove troviamo la qualità?

Gli Utenti

Senza risultare presuntuosi, vedere arrivare una massa di utenti navigare senza meta, ha ingolosito solo gli amanti delle statistiche.

Allora se da un lato è vero che l’utente medio dedica poco tempo alla consultazione di una guida o di un post lungo, possiamo affermare che le tecniche di comunicazione prescindono dalla scelta della tipologia di post.

Nel momento stesso in cui Google inizia a combattere la produzione massiccia di contenuti scarsamente informativi, dobbiamo farci qualche domanda e capire come si può raggiungere più velocemente il prodotto di cui il web ha bisogno.

Possiamo affermare che il web non è più una realtà omogenea, se lo è mai stato, ma è fatto di piccoli mondi che propongono la loro chiave di lettura di quanto accade nel mondo?

Secondo me sì. Per questo è necessario prendere una decisione ben precisa e fornire al lettore un taglio netto e chiaro di quanto vogliamo (e siamo in grado) di proporre nei nostri spazi. Fortunatamente, possiamo scegliere noi dove dire la nostra, ricordandoci che siamo noi stessi fruitori di quell’informazione che andiamo dispensando per il web, e qualunque sia la forma, dobbiamo arricchire i contenuti proposti.

L’era della content curation non è chiaramente finita, ma quello che ho imparato fino a questo punto è che diventa necessario condividere sul web. Per questo possiamo intraprendere due strade, dire la nostra, o diffondere e porre a confronto i pensieri critici in cui ci siamo imbattuti navigando.

Conclusione

La scelta dell’appfondimento come strumento per perseguire la qualità è totalemente personale. Parlando con Francesca Sanzo, a proposito di un progetto che vi proporremo nei prossimi mesi qui su Dynamick, è emerso come fosse necessario trovare una dimensione personale nel mondo online. Che sia su Twitter, su un Blog, o attraverso newsletter.

Ognuno di noi taglia il web a sua immagine e ne può prendere solo le informazioni che è in grado di processare. Una realtà che esalta le nostre capacità è fondamentale per perseguire quella qualità che temevamo di perdere durante il periodo del social networking.

La strada verso la qualità dei contenuti passa, nel mio caso, da guide dettagliate per i prodotti che propongo ai miei lettori. E voi come rendete più profondi i vostri contenuti?

Foto in copertina: Alcuni diritti riservati a US Mission Geneva

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