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Facebook sul Nasdaq: un grande flop?

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Il 4 febbraio 2004 Mark Zuckerberg assieme a Andrew McCollum e Eduardo Saverin fonda “The Facebook”.

Da allora, in soli otto anni, Facebook è cresciuto fino alla attuale cifra di oltre 845 milioni di utenti attivi mensilmente.

Venerdì 18 maggio 2012 il grande giorno: il debutto di Facebook a Wall Street. In pieno stile Zuckerberg si è vista un IPO (Initial Public Offering) senza precedenti per un’azienda high-tech, seconda solo a Visa, di 38 dollari per un volume di 421,2 milioni di azioni.

Alle 15:35 (ora italiana) Zuckerberg suona la campanella che segna l’avvio di Wall Street a New York.



Peccato però che l’avvio delle contrattazioni del titolo Facebook(con sigla “fb”) sia avvenuto con mezz’ora di ritardo rispetto all’orario prestabilito (ndr. ore 17:00 italiane) per problemi tecnici con gli «opening print», con i trader in difficoltà nel cambiare o annullare ordini.

Nonostante ciò nei primi 30 secondi di contrattazioni sono passati di mano oltre 82 milioni di pezzi che hanno portato il titolo oltre quota 44,5 dollari ad azione con un rialzo potenziale intorno al 18%.

L’euforia del lancio è durata poco nonostante il debutto del titolo a 42,38 dollari, infatti è restato stazionario sulla soglia psicologica dei 40 dollari per circa 11 minuti, fino a quando Bloomberg, nota televisione americana a sfondo prettamente economico, ha reso noto l’arrivo di una class action di 15 miliardi di dollari da una corte federale di San Jose in California.

La causa unisce 21 azioni legali e fa riferimento al ‘Us Wiretap Act’, che regola le comunicazioni elettroniche, per definire il risarcimento che ogni utente dovrebbe teoricamente ricevere da Facebook per il reato di violazione della privacy. L’ammontare degli indennizzi previsti dalla legge sono superiori a 100 dollari per violazione al giorno, una cifra che però lievita nel caso di Facebook fino a 10.000 dollari.

La notizia ha fatto letteralmente crollare la quotazione fino al prezzo di apertura di 38 dollari.

A fine giornata, in definitiva, il titolo ha chiuso a 38,23 dollari, per un incremento percentuale dello 0,61% rispetto all’IPO di partenza raccogliendo poco più di 16 miliardi di dollari.

Alla chiusura della prima seduta il valore di Facebook si attesta a quota 104 miliardi di dollari. Cifra pari a 26 volte i ricavi previsti per quest’anno e 107 volte gli utili, contro i 14 per Apple e i 19 per Google. Questo a fronte di un primo trimestre che ha visto registrare un calo del 6% nel fatturato (1,06 miliardi di dollari) e che ora come ora rende parecchio difficile centrare il target di 7 miliardi di dollari di ricavi per l’intero 2012. Ma chissà cosa escogiterà Zuckerberg per non deludere i suoi investitori. Tutti si aspettano fonti diverse di guadagno, magari più redditizie e sicure, visto che attualmente l’85% delle entrate si basa sulla pubblicità.

Giornata poco rosea non solo per le tensioni che hanno caratterizzato il lancio di Facebook ma anche per gli altri social network e i relativi partner della piattaforma sociale:

  • Linkedin Corporation chiude con -5,65%
  • Yelp con -12,36%
  • Zynga con -13,42%
  • Groupon con -6,69%

Con la capitalizzazione Zuckerberg mantiene il controllo della società, passando dal 70% al 57,5% dei diritti di voto; ma la vera curiosità riguarda Bono, cantante degli U2, che nel 2009 aveva acquistato il 2,3% di Facebook per 90 milioni di dollari: una partecipazione che con l’ipo è salita a 1,5 miliardi di dollari, diventando la più ricca rockstar del mondo, superando Paul McCartney.

Come reagirà il mercato nei prossimi giorni?

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