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Google ha una sorella(!)…in Cina

Il logo di GoojjeShenzhen (Guangdong, Cina) – E’ da qui che parte la nuova cyber-offensiva cinese alla libertà d’espressione e d’opinione?

Si chiama Goojje, ed è la “sorella maggiore di Google”. Dalle prime indiscrezioni, seppur il sito si attenga strettamente alla linea del regime applicando i filtri, sembrerebbe che sorella Goojje sia nata per gioco. Un gioco che vuol far si che fratello Google resti con lei, in Cina.

Traducendo, infatti, ciò che c’è scritto nell’homepage di Goojje si legge: “La sorella sarebbe molto felice se il fratello decidesse di abbandonare il progetto di lasciare il paese rimanendo con lei.”, e poi: “la mia strada è insistere, non abbandonare, non rinunciare”, tipica frase anti-regime.

Riassumiamo un po’ quanto accaduto nelle ultime settimane.

12/01/2010

David Drummond, legale di Google, annuncia che l’attività del più popolare e usato motore di ricerca al mondo, potrebbe cessare nella nazione con il grande numero di netizen (344 milioni) al mondo, la Cina. Questa decisione, che potrebbe mandare a casa i 700 dipendenti di Google.cn e mandare all’aria un business che si aggira attorno ai 300 milioni di dollari statunitensi, potrebbe essere presa se le condizioni di “stabilità” e “sicurezza” richieste dall’azienda americana dovessero venire a mancare. Infatti, negli ultimi tempi, utilizzando un bug di Internet Explorer (ed è delle ultime ore la notizia diramata dalle maggiori agenzie, in cui Google informa che non supporterà più il browser di casa Microsoft. Ulteriori informazioni verranno aggiunte nelle successive pubblicazioni), alcuni cracker sono riusciti a infiltrarsi nei sistemi di Gmail, bypassando parte dei protocolli di sicurezza messi da Google. Vittime di questi attacchi: alcuni giornalisti stranieri e attivisti per la libertà di stampa residenti in Cina. Google, per tutta risposta agli attacchi (che sembrerebbero essere partiti da computer cinesi) ha tolto i filtri voluti dalle leggi cinesi. La prima risposta ufficiale del governo di Pechino punta sulla diplomazia: “parleremo con i vertici di Google per chiarire la situazione”.

18/01/2010

Uno dei più noti quotidiani informatici online d’America da la notizia di nuovi attacchi a Gmail. Dai primi accertamenti, sembrerebbe che alcune impostazioni di alcuni account del servizio siano state modificate. Tra gli account anche quello di un giornalista cinese.

21/01/2010

Il segretario di Stato degli USA, Hilary Clinton, in un discorso per la libertà della rete ha detto:

“..L’accesso libero all’informazione è fondamentale per la democrazia..”, “..ci aspettiamo una spiegazione dal governo cinese..”, “Ci sono barriere e muri virtuali che vanno abbattuti, oggi, come un tempo abbiamo abbattuto i muri della repressione, e il muro di Berlino. Blog, video, messaggi, social network, hanno un ruolo fondamentale. Per diffondere verità e giustizi”.

Crediamo che non ci sia niente da commentare…queste parole parlano chiaro.

21-22/01/2010

La Cina lancia un affondo totale sul discorso di miss Clinton. Come c’era d’aspettarsi i rapporti tra i due paesi tornano a farsi sempre più tesi. Il Ministro degli Esteri cinese:

“Gli Stati Uniti smettano di utilizzare la cosiddetta libertà di Internet per indirizzare accuse ingiustificate alla Cina

Nel momento in cui scrivo, il sito cinese di google è ancora accessibile, senza filtri, aprendo così un mondo tutto nuovo ai netizen dagli occhi a mandorla.

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