
L’applicazione nativa di Facebook per Android tarda ad arrivare? Ecco tre soluzioni alternative all’app ufficiale! Continua a leggere
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L’applicazione nativa di Facebook per Android tarda ad arrivare? Ecco tre soluzioni alternative all’app ufficiale! Continua a leggere
Quando si parla di Social Network, sicuramente Facebook è il pezzo grosso della situazione, ma la Silicon Valley è piena di storie che parlano di siti che sembravano promettenti e che poi hanno chiuso i battenti dopo pochi anni quando era finita l’esuberanza iniziale.
Facebook ha sicuramente avuto una certa supremazia finora e si è anche meritato il riconoscimento universale come applicazione più usata al mondo su Internet, ma da un po’ di tempo ha fatto la sua apparizione Google Plus, il Social Network di Big G che potrebbe mettere in pericolo quello di Mark Elliott Zuckerberg: vediamo quali sono le differenze tra Google plus e Facebook in un’infografica. Continua a leggere
Il 4 febbraio 2004 Mark Zuckerberg assieme a Andrew McCollum e Eduardo Saverin fonda “The Facebook”.
Da allora, in soli otto anni, Facebook è cresciuto fino alla attuale cifra di oltre 845 milioni di utenti attivi mensilmente.
Venerdì 18 maggio 2012 il grande giorno: il debutto di Facebook a Wall Street. In pieno stile Zuckerberg si è vista un IPO (Initial Public Offering) senza precedenti per un’azienda high-tech, seconda solo a Visa, di 38 dollari per un volume di 421,2 milioni di azioni.
Alle 15:35 (ora italiana) Zuckerberg suona la campanella che segna l’avvio di Wall Street a New York.
Peccato però che l’avvio delle contrattazioni del titolo Facebook(con sigla “fb”) sia avvenuto con mezz’ora di ritardo rispetto all’orario prestabilito (ndr. ore 17:00 italiane) per problemi tecnici con gli «opening print», con i trader in difficoltà nel cambiare o annullare ordini.
Nonostante ciò nei primi 30 secondi di contrattazioni sono passati di mano oltre 82 milioni di pezzi che hanno portato il titolo oltre quota 44,5 dollari ad azione con un rialzo potenziale intorno al 18%.
L’euforia del lancio è durata poco nonostante il debutto del titolo a 42,38 dollari, infatti è restato stazionario sulla soglia psicologica dei 40 dollari per circa 11 minuti, fino a quando Bloomberg, nota televisione americana a sfondo prettamente economico, ha reso noto l’arrivo di una class action di 15 miliardi di dollari da una corte federale di San Jose in California.
La causa unisce 21 azioni legali e fa riferimento al ‘Us Wiretap Act’, che regola le comunicazioni elettroniche, per definire il risarcimento che ogni utente dovrebbe teoricamente ricevere da Facebook per il reato di violazione della privacy. L’ammontare degli indennizzi previsti dalla legge sono superiori a 100 dollari per violazione al giorno, una cifra che però lievita nel caso di Facebook fino a 10.000 dollari.
La notizia ha fatto letteralmente crollare la quotazione fino al prezzo di apertura di 38 dollari.
A fine giornata, in definitiva, il titolo ha chiuso a 38,23 dollari, per un incremento percentuale dello 0,61% rispetto all’IPO di partenza raccogliendo poco più di 16 miliardi di dollari.
Alla chiusura della prima seduta il valore di Facebook si attesta a quota 104 miliardi di dollari. Cifra pari a 26 volte i ricavi previsti per quest’anno e 107 volte gli utili, contro i 14 per Apple e i 19 per Google. Questo a fronte di un primo trimestre che ha visto registrare un calo del 6% nel fatturato (1,06 miliardi di dollari) e che ora come ora rende parecchio difficile centrare il target di 7 miliardi di dollari di ricavi per l’intero 2012. Ma chissà cosa escogiterà Zuckerberg per non deludere i suoi investitori. Tutti si aspettano fonti diverse di guadagno, magari più redditizie e sicure, visto che attualmente l’85% delle entrate si basa sulla pubblicità.
Giornata poco rosea non solo per le tensioni che hanno caratterizzato il lancio di Facebook ma anche per gli altri social network e i relativi partner della piattaforma sociale:
Con la capitalizzazione Zuckerberg mantiene il controllo della società, passando dal 70% al 57,5% dei diritti di voto; ma la vera curiosità riguarda Bono, cantante degli U2, che nel 2009 aveva acquistato il 2,3% di Facebook per 90 milioni di dollari: una partecipazione che con l’ipo è salita a 1,5 miliardi di dollari, diventando la più ricca rockstar del mondo, superando Paul McCartney.
Come reagirà il mercato nei prossimi giorni?
Voglia di vacanze? Le vacanze si stanno avvicinando e in tutti noi nasce il desiderio di staccare la spina e di rilassarci in montagna o al mare. Ma quale offerta scegliere? Su internet troviamo centinaia di siti con offerte, proposte e idee di viaggio. Questo significa che per organizzare una vacanza serve sempre tanto tempo e buona volontà. Cercare l’offerta più conveniente ed economica può costare ore, passate a navigare tra decine di siti. Continua a leggere
In quanto blogger e appassionato di informatica e soprattutto del lato web 2.0 non posso trascurare nessuno dei 5 browser maggiormente coinvolti nella attuale guerra online.
Firefox, Chrome, Opera, Internet Explorer e Safari
Esistono però tutta una serie di strumenti paralleli e dedicati a specifici utilizzi che meritano di essere conosciuti ed adeguatamente sfruttati.
Uno di questi è sicuramente Robin, un browser relativamente giovane che offre un’esperienza di navigazione del tutto orientata ai servizi web. Può essere uno coltellino svizzero che risolve gratuitamente quelle mancanze a lato client di web service importanti come tumblr o instapaper. Un’altra notevole applicazione è quella di limiare l’accesso a strumenti distraenti come Facebook ai soli scopi utili alla nostra causa, chiaramente parliamo del tempo dedicato al lavoro.
La siderbar è sicuramente la funzionalità centrale di questo browser: da questo lato potremmo accedere a tutte le applicazioni web che abbiamo deciso di integrare in Robin. La cosa interessante è che queste web app vengono completamente integrate per quelle che sono le loro funzionalità principali. Ad esempio per Google Plus avermo la ricerca, l’accesso alle funzionalità messaggi cioè Gmail e al nostro Google Reader tutto espandendo il menu correlato. Per twitter a sua volta potremmo visualizzare messaggi, menzioni, ricerca e timeline.
La finestra principale che riporta l’icona di una piuma nera, è quella dove inizieremo la navigazione una volta installato Robin. Da qui potremmo rapidamente accedere a cronologia, preferiti e bookmarks, e ai download, con la stessa logica con cui possiamo accedere alle funzionalità estese delle applicazioni.
Per ogni bottone Web App è possibile aprire diverse schede, in questo modo è possibile differenziale le diverse tipologie di navigazione secondo contenuti ed abitudini.
In questa sezione accessibile sia dalla homepage che dalle impostazioni possiamo recuperare tutti i servizi che sono resi compatibili. I servizi disponibili sono già molti e sono tutti molto famosi e utili, è comunque in continuo aggiornamento dagli ottimi sviluppatori di Robin.
Per un ottimo utilizzo vi consiglio oltre ai già nominati Twitter e Google plus:
I servizi sono tutti facilmente riordinabili in perfetto iOS con stile drag and drop e tramite la visione d’insieme a Dial.
La cronologia in Robin assume un’aspetto diverso rispetto agli altri browser, infatti in quest’applicazione viene fornita un’anteprima del link visitato durante lo scorrimento della lista di cronologia. Questo permette di migliorare l’esperienza di navigazione anche in questa fase del surfing.
Per quanto riguarda il salvataggio dei preferiti Robin li distingue in due tipologie:
Robin è l’immediata conseguenza di quanto lo sviluppo software destinato agli smartphone stia condizionando anche le applicazioni desktop. Se l’AppStore ha condiviso con i nostri Mac la semplicità e la limitazione delle applicazioni mobile, il paradigma di navigazione che queste offrono non è ancora del tutto diffuso. Robin ne è un primo esempio. L’interpretazione delle web application come mondi separati gli uni dagli altri è qualcosa di contrario al normale modo di vedere il web 2.0, tuttavia in un contesto come quello mobile la cosa non ci turba realmente salvo qualche sfogo d’oltreoceano. Per quanto questo sistema possa essere criticato ad oggi io considero la navigazione Single-Site più una risorsa che una limitazione. Spesso ci lasciamo condizionare dalla bellezza intrinseca della libertà, ma il ritmo incessante con cui il web offre opportunità di espressione può mettere in crisi l’utente.
Il client come la navigazione single site può semplificare l’approccio al web a fronte di una maturazione che deve ancora raggiungere. La domanda che rimane è, questa maturazione può arrivare comunque?
Eccoci tornati all’appuntamento con News of the Week, l’aggiornamento settimanale di dynamick riguardante internet, nuovi media e tecnologia. Questa settimana parleremo di Dropquest, il gioco a premi di Dropbox, Samsung Galaxy SIII, LinkedIn acquisisce Slideshare ed infine Quasar, la rivoluzionaria app per gestire il windows multitasking in iPad.
Da Sabato 12 maggio si rinnova per il secondo anno consecutivo l’appuntamento con Dropquest II, il contest-game di Dropbox che ha già ottenuto uno strepitoso successo nella passata edizione(http://blog.dropbox.com/?p=659). I premi assicurati dal noto servizio di cloud-storage sono numerosi, ma è folta la presenza di pacchetti di diversi Gigabyte per il proprio account. Non mancano le t-shirt e gadget. Il gioco ideato dallo staff di Drobox non è certo una novità visto il numero sempre crescente negli ultimi anni di hack game ma sarebbe scorretto definirlo un contest in virtù del fatto che i pochi vincitori, circa un centinaio su migliaia(dati dello scorso anno ndr). dovranno scervellarsi nel superare numerose insidie risolvendo rompicapi e indovinelli. Di seguito un breve riepilogo dei premi (tra parentesi il numero di vincitori):
Presentato il 5 maggio presso L’Exibition Centre di Earls Court di Londra si presume divenga il nuovo ed ennesimo anti iPhone, ma stavolta le funzioni implementate da Samsung sul nuovo Galaxy SIII potrebbero davvero mettere in crisi il melafonino da anni leader nel settore mobile. La stessa presentazione si è rivelata un successo; Samsung è riuscita a riempire l’auditorium di partner e giornalisti.
Le specifiche di questo nuovo smartphone promettono bene: display full HD da 4,8 pollici e tecnologia super AMOLED. La fotocamera si porta al passo coi tempi promettendo 8 megapixel di pura qualità. Il peso e lo spessore completano questo nuovo gioiello hi-tech: 8,6 millimetri per 133 grammi.
Tra le funzioni più innovative segnaliamo
Continua il periodo favorevole per i social network, probabilmente spinti dalla crescita record del leader Facebook il cui fattore complice è il debutto in borsa che avverrà nei prossimi giorni. A quanto pare Linkedin, social media orientato sul mondo del lavoro e peraltro già quotato a wallstreet, sta risentendo parecchio di questa spinta. E’ stato annunciato un utile di 5 milioni di dollari e aver acquisito SlideShare, per quasi 120 milioni di dollari. Slideshare è una piattaforma per la condivisione di contenuti professionali sotto forma di presentazioni creata nel 2006.
Qualche giorno fa Pedro Franceschi (http://pedrofranceschi.com/), noto sviluppatore portoghese, ha rilasciato uno dei migliori tweak mai realizzati su cydia.
Si tratta di Quasar: implementa le funzioni del multitasking native di iOS 5, facendo eseguire in finestre qualsiasi applicazione come vi trovaste su un qualsiasi windows, mac o linux. Le finestre aperte potranno essere orientate e spostate nello schermo, ingrandite fino ad occupare tutto il display e ruotate, simulando la rotazione dell’iDevice.
L’integrazione con il multitasking raggiunge la perfezione quando andando a chiudere un’applicazione dal Fast App Switcher, verrà chiusa anche, la finestra relativa.
Quasar si integra bene anche con il Notification Center, cliccando infatti su di una notifica ricevuta da una qualsiasi applicazione, quest’ultima verrà aperta da Quasar davanti a tutte le altre già aperte. Lo stesso avviene cliccando link che rimandano ad applicazioni come Safari, YouTube o AppStore.
Se vi state chiedendo se questo tweak andrà ad influire negativamente sulle prestazioni del vostro iPad la risposta è anch’essa negativa, infatti è eseguito più che egregiamente.
L’unico problema a cui si va incontro, a causa della “bassa” risoluzione dello schermo, è la difficoltà di comprendere qualche testo nelle finestre ridotte, ma sicuramente non appena sarà disponibile il jailbreak per iPad 3, dotato di retina display, questo sarà uno dei migliori windows manager in assoluto per la gestione della applicazioni in multitasking e non sarebbe una sorpresa Apple decidesse in futuro di introdurlo ufficialmente in iOS6.
Il costo di questo fantastico tweak è di 9,99 dollari (è scaricabile dalla repository di BigBoss ndr); e se anche da una prima impressione potrebbe sembrare un prezzo elevato crediamo che sia proporzionato oltre che al lavoro e all’impegno dello sviluppatore, alla sua grande funzionalità e versatilità.
A titolo esemplificativo consigliamo il video realizzato dal suo creatore e la video-prova di iDownloadBlog:
Anche qui su Dynamick iniziamo il round-up delle news settimanali riguardanti internet ed il mondo della tecnologia. Da questa settimana, infatti, cercheremo di proporvi le notizie più fresche ed innovative della rete. Questa settimana segnaliamo: il redesign di Google+, Google Currents, il nuovo Zygote Body e la tanto discussa acquisizione di Instagram da parte di Facebook.
Non pareva imminente il rilascio di una nuova versione del popolare(ma non molto) social network di Google, ma senza alcun preavviso sul blog ufficiale è stata pubblicata la nuova grafica generale di Google+. Sembra infatti che questa ultima creatura degli ingegneri di Montain View stenti ancora a decollare nella rete e un redesign potrebbe aiutarla a districarsi nel complesso mondo sociale dominato dai concorrenti Facebook e Twitter. La grafica del social network è stata completamente ridisegnata e pare che sia stata tratta ispirazione dalla grafica delle timeline di Facebook.
La homepage di G+ presenta ora una sidebar laterale posta sulla sinistra e contenente i pulsanti per raggiungere rapidamente homepage, profilo, videoritrovi, contenuti più comuni, foto, cerchie e giochi.
Le pagine personali, le pagine brand presentano ora alcune tab che aiutano nella navigazione dei contenuti ed immagini di copertina come potete notare nell’immagine seguente.
E’ stata aggiunta la sezione “temi caldi”, peraltro raggiungibile attraverso la suddetta barra di navigazione rapida(basta effettivamente un semplice click sul tasto “esplora”), che raggruppa gli argomenti, i post più visti e condivisi. Una sezione singolare che a prima vista ricorda parecchio un aggregatore di notizie, ma stavolta abbastanza più interessante poiché consente di capire al meglio i contenuti che interessano maggiormente ogni singolo utente.
Il successo di google nel fornire notizie si concretizza in Google Currents. Una applicazione che i tanti “Google addicted” quale è il sottoscritto, hanno deciso di provare. Google Currents ricalca la strada già percorsa da altri aggregatori di notizie quali ad esempio Pulse e Flipboard, ma stavolta il tutto viene completato da una grafica molto minimale in perfetto stile BigG.
L’home dell’applicazione presenta uno slider con le ultime news nella parte superiore, ma la vera novità la si trova nella parte sottostante con due sezioni: library e trending.
Nella library oltre che il nostro personale reader possiamo decidere di seguire i blog presenti nella directory di google divisi per categoria e in caso non trovassimo la news che ci interessa possiamo cercarla con la funzione “search”
Per chi si volesse informare, invece, velocemente sugli avvenimenti più scottanti del web è disponibile la sezione “trending” . Divisi per campo semantico è possibile visualizzare le 5 news più scottanti provenienti da:
o da tutte le categorie assieme.
A completare le funzionalità di Google Currents vi è la possibilità di condividere la notizia sui nostri social network preferiti.
E’ da qualche giorno online la nuova versione di Zygote Body, un ambizioso progetto nato dalle esperte tastiere degli ingegneri di zygote.com in collaborazione con Google allo scopo di visualizzare l’intera anatomia umana direttamente in 3D mediante l’utilizzo di browser(per il momento supportati solo Safari e Chrome) e connessione ad internet. Con Zygote Body infatti basta essere connessi alla rete e collegarsi all’indirizzo zygotebody.com per accedere a una modellizzazione in 3D dell’intero corpo umano. Sulla sinistra una barra consente di regolare il livello di profondità che si vuole esaminare a partire dal più superficiale che è quello dell’epidermide per finire al sistema nervoso. Di certo non il migliore strumento per lo studio dell’anatomia, ma un importante aiuto nella visualizzazione, seppure approssimativa, dei vari distretti corporei.
Sarà ricordata senz’altro come una tra le più floride settimane per il servizio di photo sharing Instagram. Solo pochi giorni fa avveniva infatti l’attesissimo rilascio della applicazione in versione compatibile con Android. Gli appassionati hanno aspettato all’incirca due anni(la startup è stata fondata nell’ottobre 2010 da Kevin Systrom e Mike Krieger, ma l’applicazione fino ad oggi è stata disponibile solo per iPhone) il momento cruciale annunciato con un comunicato sul blog ufficiale (http://blog.instagram.com/post/20411305253/instagram-for-android-available-now) dell’azienda. Ma la notizia più recente è l’acquisto di Instagram da parte di Facebook, con esattezza il 12 Aprile. Una cifra astronomica che avrebbe fatto gola a chiunque, si parla infatti di una transazione di circa un miliardo di dollari a favore dei fondatori, ma che aiuta il social network di Zuckerberg a uscire indenne da una sfida con un pericoloso concorrente in un futuro non troppo remoto. Una paura di certo fondata sulla base della statistica che raffronta le registrazioni degli utenti ad Instagram. Fonti ufficiose(techcrunch.com) dichiarano che il volume di utenti è lievitato a 40 milioni di cui 10 si sono iscritti negli ultimi 6 giorni. La piattaforma possiede attualmente il 5% degli utenti di Facebook(che però ha impiegato 4 anni per raggiungere i 100 milioni di utenti) e se raffrontata con giganti del calibro di Google+, Twitter, Skype e Linkedin, si piazza ad un buon sesto posto in rapida ascesa.
Dopo avervi presentato CircleMe e le sue possibili applicazioni in ottica di personal branding, proseguiamo il nostro viaggio tra i servizi che si occupano di raccogliere la nostra attività online.
Faveus si propone come uno strumento che si posiziona al fianco di Social Network e News Network. Attraverso le sue funzionalità potremmo tenere traccia dell’attività che svolgiamo per ognuna delle fonti supportate, e visualizzarla in una comoda timeline ordinata e con diversi filtri che possono essere sfruttati per interessare possibili lettori.
Prima di focalizzarci su alcuni metodi di utilizzo del servizio, vediamo come questo può essere configurato e quali canali sociali sono supportati.
Aggiungendo il famoso news network sarà possibile vedere e gestire i propri elementi preferiti e volendo anche i link da noi condivisi.
Tra gli utilizzi della funzionalità “preferiti” di Twitter c’è il completamento della propria Mini Bio attraverso i propri messaggi rilevanti, quelli di utenti che stimiamo, particolari menzioni degne di nota, link che possono fornire informazioni ulteriori al lettore che visita per la prima volta il nostro profilo. Io ad esempio curo molto questa parte del mio account e controllo sempre quella degli utenti che visito prima di iniziare a seguirli.
I link condivisi possono essere sfruttati anzitutto come vetrina per avere un sunto della giornata o della settimana all’interno di Twitter. Oppure potremmo decidere di utilizzare Faveous per reindirizzare in un secondo momento questo stream altrove.
L’applicazione può essere impostata per raccogliere i nostri Like riferiti alle pagine Facebook; anche qui è possibile aggiungere il raccoglimento dei link condivisi.
Io ho impostato una distribuzione omogenea dei miei link tramite un unico punto di uscita: Google Reader. Per questo ho preferito limitarmi ai Like.
E’ importante ricordare che non riusciremo a filtrare il rumore proveniente da Facebook a meno di limitarci ad utilizzare il nostro account al solo scopo promozionale.
Come dicevo poco sopra, attraverso un altro servizio, iffft ho predisposto la condivisione tramite Google Reader. Anche Faveous permette di sfruttare gli elementi “Starred” di Google Reader proponendo un sunto dei link in ordine cronologico. Attraverso la fonte RSS della timeline è poi possibile riprodurre tali link ovunque si voglia, un’utile risorsa per i vostri nuovi follower che potranno così ripristinare la defunta funzionalità di Sharing contenuta nella vecchia versione del Feed Reader di Big G
Similmente a quanto avviene per gli altri due social Network sopra presentati è possibile aggregare anche altre fonti come ad esempio
Come abbiamo avuto già modo di vedere Faveous mette a disposizione diversi strumenti volti all’utilizzo del servizio stesso e alla sua integrazione in ottica di condivisione e personal Branding.
Anzittutto la pagina può essere resa pubblica attraverso le impostazioni, così da diventare a tutti gli effetti una Landing Page.
Inoltre attraversi i filtri presenti direttamente in Home Page qualunque utente avrà modo di muoversi nei differenti aspetti della nostra attività Online, spaziando da quanto apprezziamo su Twitter ai Like con cui impostiamo la nostra presenza su Facebook passando per i link da noi stessi condivisi e scelti.
Tag, e Like interni permettono di perfezionare ulteriormente la specificità di ogni azione contenuta in Faveous rendendo il servizio estremamente completo per qualunque attività di pubblicizzazione unendo la Content Curation al Personal Branding
Un bookmarklet permette di inserire Link e risorse direttamente all’interno della Web App in un’apposita sezione che viene creata al momento dell’importazione.
Sia la nostra Timeline che ogni singolo servizio può essere esportato in una fonte RSS così da poter essere diffuso all’interno dei feed reader o con apposite webapp in altri canali qualità Twitter, Facebook o Tumblr stessi.
E’ disponibile anche un’applicazione per iPhone, che ripropone in un’ottima interfaccia mobile le principali funzionalità di Faveous. Potrete quindi organizzare anche attraverso il vostro iPhone link e like per un perfetto sistema di condivisione centralizzato.
Attraverso le differenti funzionalità che estendono anche dalla normale Landing Page, come gli strumenti di ricerca interna, i filtri e la possibilità di visualizzare i Top Link all’interno del servizio, Faveous si impone come strumento adatto all’attività di Blogging e di mantenimento della propria identità Online. Inoltre i tools messi a disposizione rendono questa attività decisamente semplice e continua.
Inoltre è possibile esportare tutti i dati in formato Delicious per un backup facile in un altro ottimo servizio di content curation e visual bookmarking.
Non vi resta che porvarlo e farmi visita!
L’esplosione del web dei contenuti ha generato una moltitudine di servizi destina ad organizzarci al meglio nella nostra identità online.
Da blogger ci stiamo ritrasformando in curatori di notizie rivalutando certi meccanismi che si erano andati perdendo con la discesa in campo dei social network, dove ogni contenuto raccoglieva i like durante un periodo di tempo limitato per poi scomparire nella infinita massa di rumore che i social network generavano.
Possiamo indetificare come primo cambiamento sensibile di questa struttura di pubblicazione dei contenuti su i social con l’avvento della nuova Timeline su Facebook.
Se per la maggior parte degli utenti questa rappresenta poco più che un’innovazione grafica in realtà è uno strumento potentissimo ma a doppio taglio.
Per consentirci di pulire i contenuti del web dal rumore sono nati strumenti come Pinterest, che ci permette tramite la sua interfaccia minimale di cavalcare la semplicità di un’immagine per condividere un contenuto fisico ma anche scritto.
Il servizio che vi presentiamo oggi, Circleme, è una landig page ad alto contenuto sociale che permtte di aggregare in un’unica postazione diverse fonti da cui recupera i vostri mi piace.
Ma vediamo più nel dettaglio il funzionamento di questo servizio.
Il servizio è ora in Open Beta quindi è possibile registrarsi autonomamente oppure attraverso Facebook.
Una volta registrati potrete inziare a configurare il vostro profilo aggiungendo i social network a cui siete registrati:
CricleMe come dal nome, chiude il cerchio che si craea tra noi e le nostre condivisioni su i social network riproponendo, in una landing page molto curata nella grafica, una visione globale di delle attività svolte, permettendoci una facile condivisione e quindi l’opportunità di sfruttare un personal branding naturale dovuto alle nostre preferenze e alle nostre condivisioni.
Il servizio integra anche delle funzionalità sociali indipendenti dagli account a cui vi collegherete. E’ infatti prevista la possibilità di comunicare con gli utenti interni alla webapp attraverso aggiornamenti di stato, messaggi e like legati a quanto è reperibile sulla piattaforma.
Me Similmente a quanto abbiamo detto parlando del Nuovo Twitter in questa sezione troviamo noi stessi ed è il centro focale di Circleme. In un Header molto simile alla copertina di Facebook possiamo personalizzare una Minibio e cambiare gli status in un modo molto simile a quanto avviene sul social di Zuckerberg, recuperando le azioni direttamente tra quelle disponibili su all’interno di FB come pagine.
Explore: rappresenta un sunto di quanto è disponibile nell’applicazione online, attraverso categorie, trending like e Popular likes potremo addentrarci all’interno del servizio e vedere cosa scoprono gli utenti.
E’ infine disponibile una sezione riepilogativa delle attività recenti.
E’ importante sottolineare come l’interazione con gli altri utenti non è secondaria tra gli scopi del servizio, poichè permette di arricchire ulteriormente la propria pagina profilo attraverso le relazioni che stringiamo oltre ad essere un’ottima risorsa per recuperare nuovi contenuti.
Il servizio trasforma un dato oggettivo come un like su Facebook in un’impronta visiva facilmente riconoscime e sfruttabile in termini di Personal Branding e Curation (come Pinterest insegna).
Un’altro spunto in direzione curation ci viene dato dalla possibilità di distinguere i like per categoria, cosa mancante su Facebook, in questo modo per un blogger con diverse nicchie di riferimento è facile stabilire un legame diretta attraverso la parola chiave scelta e popolata di like.
E’ disponibile anche un Bookmarklet per utilizzare comodamente il servizio durante la navigazione.
Vale veramente la pena provare CircleMe e rientrare in contatto con noi stessi.ì, qui potrete trovare la mia pagina.
Come posso aumentare le visite sul mio sito? Quali sono le tecniche per avere più utenti unici? Perchè non ricevo nessuna email di contatto? Queste e molte altre domande simili mi vengono spesso chieste dai miei lettori. Una risposta certa e matematica non esiste, ma ci sono tecniche che bisogna seguire e che in questi ultimi anni sono cambiate radicalmente.