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Utenti fruitori e distributori: la ciclicità del web

Non tutti forse si ricordano quando internet era privilegio di pochi e la cultura del web era praticamente inesistente. Non tutti forse sanno che la preistoria di internet risale solamente a una ventina di anni fa. Analizzando questo lasso di tempo, si scopre che la possibilità di realizzare siti web è stata peculiarità talvolta di pochi professionisti, talvolta si è allargata alla schiera degli utenti rivelandosi fruitori ma anche distributori di informazioni.

La preistoria

Al tempo in cui frequentavo l’Università (nel lontano 1993) solo alcune postazioni al terzo piano erano abilitate alla connessione su internet. Erano i tempi in cui si navigava sui pochi siti con il browser Mosaic, ma spesso e volentieri si preferiva girowebbare (n.d.r. girovagare sul web) con Lynx, un browser testuale.

Potete capire che la realizzazione di siti web era destinata a pochi esperti del settore, per lo più ricercatori e ingegneri di università e istituti di ricerca. Chiaramente il web era cosa per pochi e l’interesse era minimo. Il limite era la poca diffusione di internet.

Il boom

Sul finire degli anni 90 internet aveva conquistato un posto di primo piano nei media mondiali. La diffusione buona grazie anche alle connessioni gratuite (modem 56Kb) che gli operatori offrivano, in cambio del pagamento del costo della telefonata.

In questo periodo registriamo il successo di molti programmi di authoring web come Microsoft Frontpage e Macromedia Dreamweaver. Questi strumenti hanno eletto gli utenti a web master e con questi superpoteri hanno popolato il web con una miriade di siti.

Il prezzo che abbiamo pagato sta nella qualità di questi siti. La maggioranza dei casi si trattava di siti statici e di bassissima qualità: codice html dalle dimensioni esagerate, con decine di tabelle annidate una dentro l’altra, senza fogli di stile e con pochissimo javascript.

La crisi e la nascita del web semantico

La crisi del 2001 si è estesa anche nel web segnando un’era. L’approccio al web è stato messo in gioco e il vento del cambiamento ha introdotto nuove idee e una nuova concezione. Stava dirompendo il web semantico: xhtml, fogli di stile e javascript a definire in modo distinto contenuto, presentazione e comportamento. Una concezione che imponeva solide conoscenze di programmazione.

Gli stumenti automatici di authoring web non potevano far altro che ritirarsi e abbandonare il mercato. Ecco riemergere i professionisti del web che che hanno dato una svolta al caos dando ordine e logica. Gli utenti hanno cominciato a distinguire nettamente siti amatoriali dai siti professionali rivalutando le figure professionali che girano attorno al web.

Blog: il ritorno degli utenti

Con l’avvento dei blog gli utenti hanno riconquistato la capacità di pubblicare autonomamenti i propri siti. Gli utenti nuovamente diventano sia fruitori che distributori dell’informazione.

Negli ultimi due anni il gap culturale tra i professionisti e gli amatori del web è ulteriormente diminuito e qualsiasi persona con un po’ di tenacia riesce a pubblicare un buon blog/sito in poche ore. Gli stumenti che prima si chiamavano Frontpage e DreamWeaver ora si chiamano Google Sites e WordPress e la qualità tecnica finale è sempre molto buona.

La ciclicità del web

Da questa analisi emerge una sostanziale ciclicità nella propagazione dei siti. Dapprima gli utenti erano bloccati dalla scarsa diffusione di internet, successivamente dalle scarse competenze tecniche. Gli stumenti di authoring web, prima desktop e poi online li hanno riscattati.

Questa analisi è frutto della mia esperienza personale. Chiaramente sono disponibile a continuare la discussione attraversi i vostri commenti.

Detto questo voglio concludere con un consiglio e un auspicio. L’informazione è ora più democratica e ogni utente può dire la sua attraverso il proprio blog personale. Fare informazione è però un potere che va usato con onestà.

I media sono un arcipelago con dentro tante cose, dai prodotti che devono essere venduti ad altri che non devono seguire le regole del mercato, come l’informazione. Entrambi devono essere gestiti da soggetti competenti e responsabili. (Milena Gabanelli)

(foto: robmauri)

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