
La prima domanda che si deve porre un web developer è quale browser utilizzare per lo sviluppo web. Firefox, Safari o Chrome? Continua a leggere
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La prima domanda che si deve porre un web developer è quale browser utilizzare per lo sviluppo web. Firefox, Safari o Chrome? Continua a leggere
In quanto blogger e appassionato di informatica e soprattutto del lato web 2.0 non posso trascurare nessuno dei 5 browser maggiormente coinvolti nella attuale guerra online.
Firefox, Chrome, Opera, Internet Explorer e Safari
Esistono però tutta una serie di strumenti paralleli e dedicati a specifici utilizzi che meritano di essere conosciuti ed adeguatamente sfruttati.
Uno di questi è sicuramente Robin, un browser relativamente giovane che offre un’esperienza di navigazione del tutto orientata ai servizi web. Può essere uno coltellino svizzero che risolve gratuitamente quelle mancanze a lato client di web service importanti come tumblr o instapaper. Un’altra notevole applicazione è quella di limiare l’accesso a strumenti distraenti come Facebook ai soli scopi utili alla nostra causa, chiaramente parliamo del tempo dedicato al lavoro.
La siderbar è sicuramente la funzionalità centrale di questo browser: da questo lato potremmo accedere a tutte le applicazioni web che abbiamo deciso di integrare in Robin. La cosa interessante è che queste web app vengono completamente integrate per quelle che sono le loro funzionalità principali. Ad esempio per Google Plus avermo la ricerca, l’accesso alle funzionalità messaggi cioè Gmail e al nostro Google Reader tutto espandendo il menu correlato. Per twitter a sua volta potremmo visualizzare messaggi, menzioni, ricerca e timeline.
La finestra principale che riporta l’icona di una piuma nera, è quella dove inizieremo la navigazione una volta installato Robin. Da qui potremmo rapidamente accedere a cronologia, preferiti e bookmarks, e ai download, con la stessa logica con cui possiamo accedere alle funzionalità estese delle applicazioni.
Per ogni bottone Web App è possibile aprire diverse schede, in questo modo è possibile differenziale le diverse tipologie di navigazione secondo contenuti ed abitudini.
In questa sezione accessibile sia dalla homepage che dalle impostazioni possiamo recuperare tutti i servizi che sono resi compatibili. I servizi disponibili sono già molti e sono tutti molto famosi e utili, è comunque in continuo aggiornamento dagli ottimi sviluppatori di Robin.
Per un ottimo utilizzo vi consiglio oltre ai già nominati Twitter e Google plus:
I servizi sono tutti facilmente riordinabili in perfetto iOS con stile drag and drop e tramite la visione d’insieme a Dial.
La cronologia in Robin assume un’aspetto diverso rispetto agli altri browser, infatti in quest’applicazione viene fornita un’anteprima del link visitato durante lo scorrimento della lista di cronologia. Questo permette di migliorare l’esperienza di navigazione anche in questa fase del surfing.
Per quanto riguarda il salvataggio dei preferiti Robin li distingue in due tipologie:
Robin è l’immediata conseguenza di quanto lo sviluppo software destinato agli smartphone stia condizionando anche le applicazioni desktop. Se l’AppStore ha condiviso con i nostri Mac la semplicità e la limitazione delle applicazioni mobile, il paradigma di navigazione che queste offrono non è ancora del tutto diffuso. Robin ne è un primo esempio. L’interpretazione delle web application come mondi separati gli uni dagli altri è qualcosa di contrario al normale modo di vedere il web 2.0, tuttavia in un contesto come quello mobile la cosa non ci turba realmente salvo qualche sfogo d’oltreoceano. Per quanto questo sistema possa essere criticato ad oggi io considero la navigazione Single-Site più una risorsa che una limitazione. Spesso ci lasciamo condizionare dalla bellezza intrinseca della libertà, ma il ritmo incessante con cui il web offre opportunità di espressione può mettere in crisi l’utente.
Il client come la navigazione single site può semplificare l’approccio al web a fronte di una maturazione che deve ancora raggiungere. La domanda che rimane è, questa maturazione può arrivare comunque?
Da un’idea di Marc Andreessen, fondatore di Netscape, nasce un browser gratuito, basato su Chromium e soprattutto, social, perfetto per i servizi di social networking e di news aggregator. La maggior parte degli utenti di Internet, infatti, considera i social network come uno degli utilizzi primari e prioritari per accedere a Facebook, controllare la posta su Gmail, scrivere su Twitter, guardare video su YouTube e condividere le pagine più interessanti. A questo proposito, RockMelt articola la finestra di visualizzazione con due colonne laterali (chiamate “edge”): a sinistra, l’elenco dei contatti di Facebook, a destra l’elenco personalizzabile di Feed RSS secondo le proprie preferenze. In questo modo, l’utente con Rock Melt, un semplice browser molto simile a Chrome, è in grado di avere accesso alle più famose piattaforme social in una sola pagina, integrando queste web applications nella sua interfaccia.
L’installazione è semplice, basta scaricare il file .exe eseguibile e in pochi clic portare così a termine la procedura di setup. Subito dopo, quindi, vengono richieste all’utente le credenziali di accesso al profilo di Facebook, come il più classico e tradizionale dei login.
Successivamente, l’applicazione richiede all’utente il consenso a fornire i propri dati personali, e dopo aver autorizzato l’accesso, sarà possibile indicare quali applicazioni permettere a RockMelt e quali no, in base alle proprie esigenze di privacy. Attenzione, però: se il browser RockMelt non dovesse avere accesso a un’autorizzazione specifica, non sarà nemmeno possibile accedere alle funzionalità integrate relative alla stessa.
Sfruttando il menù a tendina in basso a sinistra, l’utente può impostare la visibilità che più gradisce riguardo ai propri post pubblicati attraverso il browser sulla bacheca, semplicemente cliccando su “Consenti”.
Finalmente avremo la possibilità di chattare con tutti i nostri contatti, direttamente dal nostro browser RockMelt (senza, quindi, dover effettuare un ulteriore accesso al sito di Facebook) tramite la colonna in basso a destra, dove compariranno tutti i nostri amici connessi su Facebook, contrassegnati da un pallino verde; la colonna si può allargare per far comparire anche il nome vicino alla foto dei nostri contatti. In più, si può decidere se rendersi disponibili a chattare oppure no (offline). Tutto proprio come su Facebook, ma rimanendo sul nostro browser RockMelt.
In generale, RockMeIt è in grado di integrare gli altri social network attraverso alcuni widget sulla colonna sinistra, dove l’icona corrispondente alla pagina selezionata mostrerà la presenza di nuove notifiche in tempo reale (ad esempio, per quanto riguarda giornali e riviste online, come Wired e CNN). Inoltre, è anche possibile anche configurare manualmente la ricezione dei Feed RSS (basta premere Enter URL e inserire l’indirizzo corrispondente).
Per concludere, vediamo alcuni screenshots dell’utilizzo di Gmail, Facebook e Twitter su RockMelt:
Assolutamente da provare! RockMelt, “altro che il browser di tuo nonno”!
Da un po’ di tempo la guerra tra browser è passata in secondo piano rispetto ad altri temi, le discussioni online vertono verso un utilizzo mobile di internet, ma noi di Dynamick non ci siamo dimenticati di questo scontro software che continua.
Da quando anche Opera Browser ha introdotto l’utilizzo delle estensioni ormai i servizi offerti da questi software sono abbastanza simili, ora le piccole cose fanno la differenza:
Oggi noi di Dynamick vi parleremo proprio di una di queste “Funzioni Nascoste” per il browser di casa Mozilla, stiamo parlando delle Smart Folder, il cui funzionamento è lo stesso di OS X (per chi non lo conoscesse su Mac OS X queste cartelle vengono create personalizzando i criteri di ricerca file, e si auto-aggiornano al cambiare del contenuto al loro interno )
Questa funzione è stata introdotta con Firefox 3. Vi sarete sicuramente accorti infatti della presenza di tre cartelle speciali:
Come di certo avrete pensato questa funzione risulta molto utile, soprattutto se può essere piegata alle nostre preferenze.
Per poter creare le nostre Smart Folder dovrete andare nel menu di gestione avanzata dei Segnalibri, anche attraverso la combinazione di tasti : Shift+Crtl+b o su Mac Shift+Cmd+b
Una volta Nel riquadro di ricerca inserite la parola chiave che vi interessa ricercare nei vostri segnalibri, e rapidamente verrà presentata una lista di indirizzi che rispondo a quella Keyword.
Semplicemente cliccando su Salva potrete darle un nome e consolidare tale ricerca in una cartella, che sarà possibile spostare esattamente come le altre.
I parametri della ricerca riguardano titolo, link, descrizione e tag. In particolare ques’ultimo può diventare un ottimo strumento per organizzare al meglio i segnalibri e mantenere comunque un ordine basato sulla rapidità di utilizzo.
Allo scopo di semplificare l’inserimento di tag e descrizioni vi consiglio l’utilizzo di OpenBook un plugin per Firefox che vi permetterà di accedere direttamente alla finestra di configurazione avanzata dei segnalibri una volta le lo avrete aggiunto, senza doverla espandere.
Potete creare le Smart Folder allo stesso modo anche per la vostra Cronologia, funzione altrettanto utile visto che recuperare un sito specifico da quest’ultima non è mai un’operazione semplice.
Personalmente ho sostituito quasi completamente le cartelle nella mia Barra dei segnalibri, utilizzando al loro posto delle Smart Folder con tag costruite ad hoc. I vantaggi?
In particolare ho creato le seguenti tag:
Foobar2000 è un Player multimediale completamente gratuito famoso per l’alta qualità di riproduzione e la leggerezza del software adatto anche hai sistemi meno potenti, ad esempio i Netbook.
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Un accesso rapido ai propri segnalibri è fondamentale per ogni browser che si rispetti, una visualizzazione intuitiva e facilmente memorizzabile ci permette di automatizzare certe azioni che facciamo spesso.
Vi presenterò alcune delle risorse che mi hanno aiutato a semplificare notevolmente il processo di navigazione tra i segnalibri.
Siamo abituati a vedere il web da un’unica angolatura: siamo noi che, tramite il browser, richiediamo una pagina web, ok, chiaro e lineare. Ma se per un momento girassimo le carte in tavola e fosse il server a distribuire i dati senza una precisa richiesta dell’utente?
APE è una soluzione Open Source completa e pronta all’uso per la gestione di Ajax Push, un sistema che mette i client (browser) in attesa delle richieste http che arrivano dal server. Questo stravolge la normale concezione del web che si basa sullo scambio dati “richiesta e risposta”.
Il progetto è completo delle due componenti client (Javascript Framework) e server (comet server). APE in sostanza permette di sviluppare qualsiasi tipo di streaming in tempo reale sul browser senza bisogno di componenti aggiuntivi (vd. Flash, Silverlight) . Questo perchè APE utilizza standard web come Ajax comprensibili alla stragrande maggioranza dei browser moderni.
In questo caso si parla tecnicamente di pushing real-time data, ovvero il contrario di pull! Le informazioni vengono inviate in tempo reale a centinaia di client in ascolto, tramite socket Javascript.
APE funziona con tutti i browser, è cross-platform e cross-subdomain. Funziona su dispositivi mobili, smartphone e tutte le console di gioco che supportano la navigazione su internet. Per ultimo, ma non meno importante, il progetto APE è 100 % Open Source e GRATUITO per utilizzi commerciali e non commerciali, rilasciato con licenza GNU GPL 2.
Per darvi un’idea di come funziona, guardate questo esempio funzionante di una chat scritta con APE.
Come funziona? Il browser si mette in ascolto dei dati che arrivano dal server. Il server accetta in ingresso i messaggi degli utenti e li ridistribuisce immediatamente a tutti i client in ascolto.
Questo è semplicemente un esempio, ma le applicazioni sono infinite: serve tanta fantasia e un nuovo modo di vedere le cose!
Due anni fa Google, sfruttando le tecniche del viral marketing, invitò i suoi utenti nel mondo a partecipare a un progetto video in cui ogniuno doveva proporre un filmato dove immaginava come le email di Gmail attraversavano la rete per giungere a destinazione. La risposta fu massiva, 971 video proposti, molti dei quali realmente pazzescamente assurdi, decisamente molto divertenti.
Quando un cliente chiede un sito con "effetti speciali" come animazioni, suoni o con interattività particolari, noi programmatori web pensiamo subito, nostro malgrado, ad un’applicazione Flash. Lo svantaggio è quello di avere una scatola nera che gli spider non riescono a indagare e ovviamente si è limitati ai browser che supportano il player di Adobe.
Con l’avvento dei framework per Javascript, come jQuery, YUI o Mootools si è spostato l’ago della bilancia verso il Javascript a discapito del Flash. Questa tendenza si rafforza sempre più. Guardate qua. Si chiama ChromeExperiments ed è un sito supportato da Google che raccoglie tutti gli script "edge", ovvero di confine, script spinti all’estremo, per valorizzare la potenza di Javascript.
Sono chiamati "esperimenti" e funzionano solo con l’interprete Javascript integrato in Google Chrome, il browser fatto su misura per il grande motore di ricerca di Mountain View. Serve molta fede per poter credere che siano stati fatti con Javascript ma questo lo certifica Google, una garanzia.
We think JavaScript is awesome. We also think browsers are awesome. Indeed, when we talk about them, we say they are the cat’s meow – which is an American expression meaning AWESOME.
In light of these deeply held beliefs, we created this site to showcase cool experiments for both JavaScript and web browsers.
These experiments were created by designers and programmers from around the world. Their work is making the web faster, more fun, and more open – the same spirit in which we built Google Chrome.
Naturally, if you’ve made something fun and fast with JavaScript, please send it in. We can’t post everything, but we’d love to see it.
Thanks for visiting, and happy experimenting.